martedì 1 gennaio 2019

La Bella Addormentata... in terra d'Otranto - Balletto del Sud di Fredy Franzutti




In repertorio dal 2000, in una versione totalmente rivista, che mantiene il cuore e la trama della storia ma che la traspone in un luogo e in una situazione sociale molto più reale, questa Bella Addormentata di Fredy Franzutti stupisce per la creatività con cui è stata concepita.

Nel dopoguerra in terra d'Otranto, una ricca famiglia si rallegra della nascita della loro bambina al cui battesimo non viene invitata la vecchia fattucchiera del paese che maledice la bambina, salvata poi dalla zingara, che trasforma la morte in sonno. Un giovane antropologo, anni dopo, ritrova la ragazza addormentata e segue risveglio e matrimonio.



Fin qui la trama è aderente, ma sono tutti gli elementi che cambiano:
l'ambientazione è la terra d''Otranto, Carabosse (Carlos Montalvan efficace sulle orme d Linsdsay Kemp) è una strana fattucchiera che alla fine si porta pure a casa il bouquet della sposa, la fata dei Lillà (Carolina Sangalli) è una zingara, il fuso che punge Aurora è una tarantola che la pizzica (ecco, quando Aurora scarta il dono della strega e prende tra le mani la bella tarantolina 🕷 accarezzandola, la mia ancestrale aracnofobia non mi ha permesso di apprezzare appieno la scena).



Ma quello che ho apprezzato di più in alcuni punti, è stata la freschezza e l'originalità della reinterpretazione della musica di Ciaikovsky in chiave totalmente diversa.
Alcuni esempi: il prete che entra sulla musica della fata Canarino, il gioco della bandiera dei ragazzi sedicenni amici di Aurora alla sua festa di compleanno in masseria ballato sul Gran Valzer, le variazioni delle favole del terzo atto che diventano occasione per dare un carattere a tutti gli invitati,  la ragazza corteggiata da due "lupi",  le tre sgarzoline un po' Charlies Angels.





Della coreografia di Petipa restano solo (giustamente) l'adagio della Rosa e l'assolo di Aurora del primo atto.



Brava Nuria Salado Fusté, Aurora, e con belle linee la Florine di Alice Leoncini (Aurora nel secondo spettacolo).





Un modo spiritoso e umano di rivedere un classico. Che quindi vavisto con la giusta ironia e leggerezza anche se c'è oggettivamente qualche punto meno chiaro e qualche incongruenza (il passo a due dell'uccello azzurro è un po' appiccicato lì senza un gran senso e l'apertura della seconda parte con la danza delle persone addormentate non è chiarissima) ma sempre divertente. Certo vedere la taranta ballata nella Bella può lasciare più che perplessi, ma è questione di gusti.


E' anche vero che andare a vedere il Balletto del Sud va fatto con il giusto spirito, considerando che si è davanti ad una piccola compagnia itinerante che lavora tantissimo e che porta la danza ovunque, avvicinando molto pubblico che difficilmente avrebbe occasione di vedere il balletto se non in televisione 😳. Quindi aspettarsi di vedere il Bolshoi non è esattamente l'atteggiamento giusto.
Il resto è questione di gusti. Io mi sono divertita, e anche Vittoria Ottolenghi 😝.

E poi vedere lo spettacolo la sera di Capodanno al Teatro Carcano, commentando la musica di Tchaikovsky con il Maestro Francesco Libetta e i suoi amici è stato impagabile. Buon anno a tutti  !!




Seguono alcune foto della serata di Capodanno al Teatro Carcano.