sabato 2 giugno 2018

Serata Nureyev - Zakharova Louvet Nunez Muntagirov Bolle

 

Festeggiare Nureyev a 80 anni dalla nascita era doveroso per la Scala. Per farlo, ecco la ripresa del terzo atto della sua Bella, il Passo a due del suo Don Q e l'Apollon Musagète che lui portò in Scala per la prima volta con Vera Colombo, Anna Razzi e Mara Cavagnini.



Al termine un Défilé stile Opera di Parigi per presentare e celebrare insieme agli allievi dell'Accademia tutta la compagnia.
Una serata infatti più che un gala, visto che i brani scelti sono tutti di una certa lunghezza e mirano ad essere rappresentativi del lavoro coreografico di Nureyev non che di una sua esibizione balanchiniana.


 

Si apre con la Bella, inziando con la Sarabanda, e poi la polacca eseguita molto bene dal Corpo di Ballo della Scala che continua a dimostrare una forma ottimale. Certo che relegare un'artista come Emanuela Montanari a fare la sarabanda è veramente un delitto. E qui mi taccio.


Il pas de cinq eseguito in stile ma forse un po' alla rincorsa del tempo velocissimo, è stato eseguito dai due cast Toppi Andrijashenko e Arduino Del Freo. Bravi: Virna Toppi mooolto sorridente e l'a solo maschile non me lo ricordavo così devastantemente diffficile (in tipico controverso stile Nureyev che ogni tanto sembra accanirsi sui passi e parlarsi addosso) ma entrambi i ragazzi hanno retto piuttosto bene.








Arduino sempre di classe e lucente. Anche i due cast delle tre gemme sono state brillanti nonostante i costumi che tra parrucche e vestitoni pesanti certo non agevolano l'esecuzione della velocissima coreografia.


Splendida Vittoria Valerio con Antonino Sutera nel pdd del'uccello azzurro e Florine. Veramente in stile, frizzante, cinguettante nel suo tentare di imparare a volare. Vittoria è  un gioiello nelle fila dei solisti della Scala. Sutera affronta il ruolo con sicurezza, nonostante il grande sforzo fisico necessario per la variazione e la coda.







I gatti di Antonella Albano e Federico Fresi sono molto divertenti. Sinuosi, ironici ed equilibrati. Love.





Zakharova Aurora ha ballato con Germain Louvet. Mi sarei vista meglio un Heymann più sicuro e maturo accanto a lei ma Louvet, che in prova era in effetti molto teso, all'ultima del 29 aveva trovato una sua chiave. Preciso pulito nell'a solo, non aveva a mio gusto una presenza magnetica da étoile. 













Certo Zakharova piaccia o no è catalizzante. Aurora molto distaccata un po' più sorridente nell' a solo, ma ieratica e lontana nel passo a due. Posizioni perfette (tranne in developpè a 180 alla seconda dove per me è troppo estesa, ma in effetti chi sono io? eheheeh), bellissima nelle foto, fatico a farmi trascinare quando balla.
Poi su FB vedo una foto di Fracci Aurora dei tempi che furono e capisco perchè. Mi manca lo sguardo vivo e l'empatia col pubblico a cui sono stata abituata fin da piccola. Comunque grande successo.



Il pdd del Don Q viene introdotto dalle 8 ragazze del corpo di ballo (quel costume rosso è bellissimo) e dalla Damigella d'onore: nei due cast Losa più morbida e Vassallo più esuberante.









Poi arrivano Marianela Nuñez e Vadim Muntagirov. Ho letto che qualcuno dice che non era la solita Marianela, ma nella sera del 29 è stata superlativa. Un sorriso molto umano per niente divistico qualche volta eccessivo, ma estremamente caldo, vicino. Una chiave di lettura del ruolo tipicamente sua, accompagnata da una tecnica smagliante senza sbavature, ed una non chalance quasi sfacciata. La coreografia di Nureyev se l'è mangiata con balance incredibili nell'adagio e di fouettés da paura, anche quelli singoli...
Muntagirov è estremamente elegante. Infatti è stato uno dei migliori Lensky che ho visto e non è un Basilio di fuego, è un Basilio più fine con una tecnica è di altisssimo livello. Vadim è un ballerino molto lirico, un partner attento e si nota una bellissima intesa con la Nuñez.
Unico neo per me il tutù bianco di Kitri che proprio non mi va giù.



















Apollo oltre ad essere un capolavoro, è stata una azzeccata scelta di programma per combinare un balletto appena messo in scena per celebrare l'8 marzo con il ricordo del'esibizione di Nureyev alla Scala nel 71
Che dire, le ragazze perfette con tutto lo stile, il brio e gli off balance di Balanchine. Toppi Calliope ha reso bene le varie sfaccettature della variazione, Arduino una Polymnia molto vivace e brillante, Manni una Tersicore più distaccata pulitissima nelle linee (secondo me dovrebbe lavorare un po' per rendere più brillante l'eye contact). Bolle punta come sempre sul fisico statuario che nel caso di un dio greco è decisamente coerente. Però personalmente mi piace di più quando Apollo viene interpretato in modo più sottile e meno didascalico.


































Comunque è sempre un immenso piacere rivedere Apollo, coreografia geniale con quelle splendide variazioni delle muse, il passo a due di Apollo con Tersicore  e le pose che sembrano uscite dalle metope del Partenone. Si capisce perchè è un capolavoro che resiste nel tempo.

Al termine il Defilé sulla marcia del Tannhauser. Sulla falsariga di quello parigino, è stato un bel momento celebrativo del Corpo di Ballo e dell'Accademia con applausi a scena aperta per gli inchini dei solisti, dei primi ballerini e delle étoiles ospiti e di casa. 
Oddio, sembrava che Bolle fosse il padrone del ballo della Scala, anticipando forse un futuro neanche troppo prossimo.
Mi è spiaciuto tanto che non ci potesse essere Claudio Coviello, assente per infortunio. È un grande primo ballerino. Fortuna che tornerà per Don Q a Luglio.


Senza tutta la grandeur parigina, si è presentata al pubblico una realtà importante che forse non tutti si immaginano. Certo a Parigi hanno molte più étoiles (anche troppe) ed un pubblico esperto di danza che le conosce bene e che durante il défilé tifa. Io ero in palco con una signora peraltro tedesca che mi ha chiesto di battere meno le mani perchè le dava fastidio alle orecchie...
Chissà se ci arriveremo anche noi. Il Corpo di Ballo se lo meriterebbe eccome.
Comunque è bello sognare.




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