mercoledì 9 giugno 2021

Serata Quattro Coreografi - Legris Lukacs Bubenicek Ratmansky - Teatro alla Scala


Giugno. Primo post del 2021. 

Rientro finalmente in teatro dopo 8 mesi dall'ultimo spettacolo con il pubblico presente e dopo numerose bellissime serate in streaming e grandi masterclass on line. Ma noi ci si voleva sedere su quegli scomodi sedili in galleria, respirare l'aria del velluto e la luce mitica del lampadario. Finalmente.



Una serata agognata da tutti, artisti e pubblico. 

Veniamo alla serata che ha dimostrato un pensiero preciso e chiaro dietro alle scelte di Legris, finalmente al suo debutto live alla Scala.

Diverse mani coreografiche, tra pezzi nuovi per la Scala e riprese eccellenti, hanno portato una ventata di freschezza nel teatro ad un pubblico comunque ben disposto a tornare ad applaudire il ballo della Scala.




In Verdi Suite Legris riprende il pas de cinq presentato il 7 dicembre ampliandolo e dandogli un bel respiro per 19 ballerini. Dai Vespri Siciliani al Ballo della Regina del Don Carlos, omaggiando la Fracci in modo discreto, è un pezzo esplosivo gioioso, molto francese, tecnicamente molto difficile, da ballare come se fosse facilissimo. 


E i nostri se la cavano egregiamente. Del Freo al posto di Coviello ahimeissimo infortunato, è brillante, con meno legato di Claudio ma molto molto bravo e pulito e ha migliorato nettamente la presenza in scena. Semperboni e Agostino un bel duo con insidiosi giri alla seconda in coppia. Martina Arduino e Virna Toppi diverse ma entrambe splendenti in passaggi di coreografia difficilissimi superati con grandissima non chalance. Losa e Corrado si confermano una coppia di grande effetto.


Ecco poi Movements to Stravinsky di András Lukács prima volta alla Scala. In contrasto con il pezzo precedente, ecco un balletto scuro, cupo (se posso, le luci sono a tratti troppo basse si perdono zone di palcoscenico) esteticamente molto interessante con un stile spigoloso e scattante e al contempo molto fluido. Belle intuizioni coreografiche e richiami ai grandi (la fila verticale di ballerini mi richiama un po' Forsythe)









Se da un lato ho trovato strane alcune scelte di costumi a mio parere non eccessivamente valorizzanti i ballerini, dall'altro sono molto belle le scelte musicali che optano per uno Stravinsky più "morbido" melodico, italiano con Pulcinella, con la comparsa di Apollo e un delizioso brano adagio per pianoforte solo suonato da Davide Cabassi da Cinq doigts ballato da Chiara Fiandra.






Tutti bravi: mi è piaciuto molto il passo a due Valerio Zeni e l'assolo di Risso. Eleganti Manni e Andrijashenko.


Sul Canon in D Major di Pachelbel, il brano di Bubenicek con tre aitanti Starace Del Freo e Semperboni. Che dire: musica stupenda, loro tre proprio bravi, anche se non sempre in sync (ma c'è anche l'emozione della prima) non riesco ad inquadrare bene la coreografia e il suo stile, ho notato però una grande dinamica. Ma è assolutamente un problema mio, dovrei rivederlo. 






















Infine Concerto DSCH, che ho visto tornare alla Scala dopo il 2012, e che tanto mi aveva esaltato allora, tanto mi è ripiaciuto adesso. Così russo, allegro e maliconico, pieno di sfumature e di storie da leggere fra le righe di tutti gli interpreti. Il Ratmansky che amo di più.



Memore del trio Ballone Fresi Sutera, devo dire che Vassallo Di Cristo e Lunadei hanno retto il paragone molto bene perchè il benchmark era elevato. In particolare Di Cristo è bravo, molto giovane e sostituiva Fresi infortunato che in questo pezzo si mangiava il palco, Lunadei ottimo e Vassallo sempre un peperino con tecnica fortissima.










La coppia Manni Andrijashenko ha ballato con intensità il passo a due del secondo movimento e il corpo di ballo ha lavorato benissimo negli ensemble e nelle caratterizzazioni della coreografia.














Grandioso Davide Cabassi in quella montagna di difficoltà pianistica che è il concerto di Shostakovich, e anche nel tenero pezzo di Stravinsky in precedenza. Tutto suonato col cuore e #convocechiara 💖






Insomma io entusiasta, non so se si capisce. Il pubblico,  ancora sparuto per le regole del distanziamento, ha applaudito con calore il corpo di ballo radioso per il ritorno degli applausi, ma anche tutti i coreografi, il direttore Rhodes, che è una forza della natura nel suo entusiasmo per la direzione del balletto (speriamo di rivederlo spesso alla Scala, sicuramente dirigerà La Bayadère), l'orchestra,  Davide Cabassi e Manuel Legris che in particolare ha ricevuto un calorosissimo applauso in scena anche dal corpo di ballo per il lavoro fatto insieme. Una serata di festa dopo la tempesta.












L' unica cosa che mi mancherà sarà la presenza dell'orchestra in platea perché dal punto di vista  dell'acustica, l'effetto è davvero eccezionale.

In conclusione , ci sono tutte le premesse per un'ottima stagione 21/22. Cross fingers. E non dirò null'altro per questioni apotropaiche.

Al termine risottino al Foyer in ottima compagnia. What else?

Welcome back to La Scala.