martedì 21 dicembre 2021

La Bayadère - cor. R. Nureyev per la prima volta alla Scala




La Bayadère di Nureyev ripresa da Manuel Legris e Florence Clerc è arrivata alla Scala in questo momento di grande agitazione pandemica. Ed è stata una gioia per gli occhi e per il cuore. Una versione meno trionfante rispetto alla grandeur della versione Frigerio Squarciapino di Parigi, ma con l'effetto finale di renderla uno spettacolo vivo e affascinante quale deve essere la Bayadère, balletto ottocentesco da sempre ammantato di un'aura di mistero un po' particolare. 




Protagonisti Nicoletta Manni Nikiya, Maria Celeste Losa Gamzatti e Timofej Andrjiashenko Solor.
Bravo quest'ultimo, in grande forma alla faccia delle quarantene. Bello il manège con i double assemblé del terzo atto. 

Nicoletta Manni ha un'aura regale un po' distaccata giusta per il terzo atto,  molto bella e drammatica  nella variazione del secondo atto.
Ho visto in prova (in condizioni che non sto a descrivere ehehe) Martina Arduino e anche lei nella variazione della morte di Nikiya è stata molto brava. Cast da vedere sicuramente Covid permettendo.

Maria Celeste Losa ha affrontato la perfida Gamzatti con una tecnica smagliante, la cui padronanza però non le permette ancora di dare risalto alle sfumature del personaggio, che deve capitalizzare sulla sua sfacciata bravura tecnica per mostrare al mondo la sua superiorità su Nikiya  La Losa ha tutti i numeri per fare questo salto di qualità ma certo in questo i cambi di cast non hanno aiutato.
In generale penso che ci voglia meno preoccupazione per la tecnica una volta acquisita e più attenzione alla personalità per mettere in scena questi personaggi così grandiosi. 






Brava e vivace la Manu di Agnese di Clemente, Federico Fresi Idolo d'oro di sicura tecnica, Stefania Ballone e Christian Fagetti irrefrenabili trascinanti e pieni di energia nella danza del tamburo con Domenico Di Cristo bravo anche se  irriconoscibile per la maschera ma si nota per come caratterizza. Il pas d'action è stato ballato bene e con affiatamento dalle soliste tra cui ho notato con piacere Letizia Masini, e Greta Giacon diplomate lo scorso anno in Accademia. Brave !!






Anche i personaggi di carattere convincenti: Mick Zeni un maraja che basta che entri in scena e anche stando fermo la riempie, Massimo Garon bramino imponente.




Il Corpo di ballo nella scena delle ombre è stato emozionante, si vede che hanno lavorato tanto e che se solo avessero potuto fare quelle prove che sono mancate, sarebbero state più che perfette. L'altezza della gamba è uguale, l'angolo della schiena è uguale ma non si finirebbe mai di lavorare su quell'entrata. Qualche traballamento, in effetti raro, è solo un incidente che può essere inevitabile ma il lavoro di preparazione che c'è dietro si vede eccome. E il pubblico lo ha visto perché alla fine della scena ha tributato al corpo di ballo due minuti di applausi pieni a scena aperta.
Brave le tre ombre Di Clemente, Cerulli e Andreanò. In particolare Camilla Cerulli mi è piaciuta nella seconda ombra.







Certo con una quarantena di dieci giorni prima della prima e cambi di cast dell'ultimo momento e poche prove direi che questa Bayadère è stata un miracolo e che il lavoro enorme di Manuel Legris alla Scala sta comunque dando grandi frutti. 

Contrariamente alla versione di Makarova, che si è sempre vista alla Scala fino alla tournée del 2018 del Bolshoi, nella versione di Nureyev non c'è atto finale con il crollo del tempio come in quella del Bolshoi . Infatti si rispetta molto la versione russa anche nella coreografia e in effetti si vedono molto meno i passi un po' esagerati che Nureyev metteva soprattutto nelle variazioni maschili. La variazione di Gamzatti mi piace un po' meno con quella diagonale con i petit battement al posto del manège di jeté.

Grande direzione di Kevin Rhodes, che riesce a seguire i ballerini mantenendo la brillantezza e lo smalto della partitura di Minkus che in certi punti (pochi a dir la verità) è abbastanza strombazzante.
Le scene di Luisa Spinatelli praticamente non le ho viste dato che ero completamente laterale, mentre i costumi non mi hanno entusiasmato molto. Nè bellissimi nè bruttissimi, non mi è piaciuto quello di Nikiya del primo atto con una gonnona che non fa vedere le gambe e non aiuta per niente nella lettura delle linee.
Meglio il secondo atto.






Comunque è stato un puro caso che sia riuscita a vedere questa prima rappresentazione de  La Bayadère di Nureyev, (per la prima volta rappresentata e ripresa fuori da Parigi). Due sole recite sono andate in scena a Dicembre: una riservata agli Under 30 (così riservata che neanche i biglietti last last minute erano accessibili ai poveri Over30),  l'altra il 21 dicembre avrebbe dovuto essere in origine la terza rappresentazione con un diverso cast (Arduino Agostino e Mariani). Per questo avevo preso un biglietto di Galleria a prezzo decisamente buono, perché vedere tutti i cast è decisamente costoso. Caso fortuito vuole che sia diventata la prima e unica rappresentazione aperta a tutto il pubblico. Un privilegio certamente non voluto: avrei preferito di gran lunga vedere tutte le recite e tutti i cast. ( E la Mariani che fa Gamzatti mi intriga assai)
Se ne parlerà a fine gennaio, incrociando le dita.




PRIMO ATTO 
































SECONDO ATTO






























TERZO ATTO