mercoledì 20 dicembre 2017

La Dame aux camélias - John Neumeier - E. Montanari e C. Coviello





Anni che volevo vedere dal vivo la Dame, vista solo in video con Haydée Liska e solo in qualche frammento purtroppo con Murru e Montanari (grande rimpianto). E ora finalmente ce l'ho fatta, Bolle Zakharova primo cast e Coviello Montanari: questi ultimi per tre volte, perchè quando un balletto del genere è ballato con quel trasporto, quell'onestà e quella passione non si può vederlo solo una volta.

Inoltre la Dame è talmente ricca di particolari, di dettagli attoriali e di diversi piani di lettura e di inquadrature: tutte le pause, le sottolineature dei sentimenti, l'impressione del parlato attraverso la danza (perchè Neumeier fa parlare la danza), il teatro nel teatro e il ricordo nei flashback sono tutti elementi che vanno capiti e approfonditi, per apprezzarli fino in fondo una volta non basta.



E bisogna avere degli interpreti che sappiano dare gli accenti nei momenti giusti ed entrare nei personaggi fino in fondo. 



Due grandi artisti Montanari e Coviello: la prima, meravigliosa, l'anima di Marguerite in scena. 
A parte il pyshique du role perfetto, Montanari ha la capacità drammaturgica di interpretare il personaggio nei più piccoli particolari senza mollare mai la tensione emotiva. E in tal modo diventa il personaggio, lo fa suo, gli dà i colori e le caratteristiche che Neumeier richiede alle sue Marguerite.






 


Marguerite è un personaggio meraviglioso che nella lettura di Neumeier così vicina a Dumas, dà ad un'artista un'occasione incredibile di passare attraverso una gamma di sentimenti estremamente ampia. Civetteria, malinconia, stupore, fermezza, passione, disperazione sono solo alcuni e sono poche le artiste ad oggi che hanno l'elasticità per arrivare a dare tutte queste sfaccettature al personaggio con un registro drammatico che non sia eccessivamente overacting oppure troppo freddo.
Emanuela Montanari a mio parere è una di queste. E non era un appuntamento da mancare.




Claudio Coviello, al suo debutto nel ruolo di Armand, dimostra dal canto suo sempre più maturità artistica, un Armand giovane impulsivo, molto trascinante ma anche delicato ma che ha saputo tirare fuori una grinta da leone nell'assolo alla fine del secondo atto e nella scena del ballo. Nel corso delle tre recite a cui ho assistito, l'ho visto crescere nel personaggio in modo sempre più deciso, ed affrontare con maggiore sicurezza le prese e i costumi di Rose, stupendi ma non certo facili da maneggiare. Il lavoro fatto con lui e con Emanuela da Massimo Murru (come visto durante la prova d'insieme) ha ottenuto dei risultati fantastici.




Gli altri personaggi che ruotano intorno ai due sono fondamentali per la narrazione e sono stati interpretati con gusto e giusti toni dai ballerini scaligeri che hanno dimostrato grande capacità attoriale

Tra gli altri nei cast che ho visto Christian Fagetti un delicatissimo e goffo Conte N., Mick Zeni un Duval perfetto. 


 




Marco Agostino con Nicoletta Manni (favolosa) e poi Denise Gazzo, Des Grieux e Manon prima giustamente guitti e poi sempre più vicini alla realtà di Marguerite.
Sutera e Albano Gaston e Prudence molto spiritosi e preoccupati testimoni delle vicende di M&A.
Anche Gioacchino Starace è stato un Gaston bellissimo di carattere e molto preciso. Una intensa Nanine di Monica Vaglietti e Catherine Beresford. Riccardo Massimi Duca di grande classe
E un gran bel corpo di ballo a fare da pubblico parigino a questa triste storia.





Mi è piaciuto cosi tanto che mi è dispiaciuto molto non vedere l'ultima recita. E mi è anche dispiaciuto molto non poter vedere il terzo cast Nicoletta Manni e Timofej Andrjiashenko e Fagetti e Arduino (Gaston e Prudence), ma gli impegni e il budget (visti i prezzi scaligeri) davvero purtroppo non me lo hanno permesso. 

E non posso non nominare il meraviglioso M° Cominati al pianoforte che ha eseguito quella maratona di Chopin che è la partitura per la Dame in modo eccellente, seguendo i danzatori con grande eleganza dal suo piccolo monitor in buca accanto alla tastiera.



Contrariamente al parere della maggioranza del pubblico pagante (e non) e come mi era successo anni fa per M&A di Ashton, l'emozione non mi è arrivata con Bolle e Zakharova che ho visto alla prima. Belli tecnicamente ma lui è a tratti presente e non particolarmente coinvolto, lei un po' isterica, troppo fredda, poco intensa, spesso spigolosa. Ne parlano tutti con grande entusiasmo, io ho preferito rivedere e parlare del secondo cast che in pochi del settore hanno commentato (tutta la critica è andata a vedere gli altri cast, chissà perchè) e che ho trovato oggettivamente meraviglioso. Sono per me misteri neanche tanto gloriosi.

È stato un inizio di stagione scaligera  2017/2018 di grandissimo livello e averlo visto dopo Onegin è stata un grande arricchimento. Spero di vedere questi due artisti sempre più spesso sul palco scaligero.

Un pensiero resta all'Armand di Murru che non potrò mai vedere in scena.