mercoledì 7 luglio 2021

Serata Contemporanea - Teatro alla Scala - parte prima - Kratz, Valastro, Dawson, De Bana

 


Una serata brillante e ricca di novità, una splendida occasione per vedere finalmente alla Scala coreografie e coreografi mai comparsi prima su questo palcoscenico. Sei coreografi, Kratz, Valastro, Dawson, De Bana, Pastor, Forsythe e una creazione di Horecna. Non sembra vero. 

Grazie quindi a Manuel Legris, a Dominique Meyer, ai maître, al Corpo di Ballo e a tutti quelli che ci hanno lavorato. 


SENTieri di Philippe Kratz.

Già presentato nella serata Grandi Momenti di Danza in streaming, questo splendido pezzo di Kratz è così musicale e in sintonia con Chopin, dalle linee limpide, giusto, senza nulla di più e niente di meno, elegante, con un legato fantastico gestito con equilibrio sui tre interpreti. 

Alessandra Vassallo, Andrea Risso e Christian Fagetti intensi e molto musicali senza mai un momento di stasi sulla Berceuse di Chopin suonata dal vivo da Marcelo Spaccarotella sul palco. È sicuramente uno dei pezzi se non quello più in sintonia con il mio gusto.









ARBAKKIN di Simone Valastro.

All'inizio ci sono i pensieri di una donna sola nella cui vita arriva all'improvviso un uomo: fanno alcuni passi insieme,  a tratti gli stessi che lei faceva da sola, ma poi lei lo abbandona lasciandolo a scrivere nella sabbia la loro storia.

Io l'ho inteso così questo lavoro intenso, potente e al contempo poetico di Valastro, nelle interpretazioni dei due cast Albano Garon e Montanari Starace, più tesi i primi, più morbidi e languidi i secondi. Bello e di effetto l'assolo di lei sotto ad un cono di luce (sicuramente difficile da gestire in scena per l'interprete) in cui improvvisamente entra lui, di colpo e la lascia senza parole, appesa. 

Si vede che c'è un lavoro accurato dietro a questo pezzo a partire ovviamente dalla coreografia coinvolgente ed emozionante, ma anche dalla scelta della musica alla voce recitante, alla scelta dei costumi minimali, alla gestione delle luci che sottolineano e distinguono la solitudine dal passo a due.













A SWEET SPELL OF OBLIVION di David Dawson

Finalmente David Dawson alla Scala! lo aspettavo da tempo e stavo perdendo le speranze. Arriva con questo passo a due che non avevo mai visto su musica di Bach. Bellissimo e perfettamente descrittivo del suo stile armonioso fluido, sliding, con i port de bras alti, tutto teso verso l'alto. Virna Toppi e Gabriele Corrado sono interpreti ideali di questo stile che hanno assimilato e rappresentato splendidamente grazie anche alle ripetizioni di Christiane Marchant e di Massimo Murru.

A Milano si era visto anni fa al Carcano alla serata di Mara Galeazzi con un pdd tratto da The grey area con Vostrotina e Coumes Marquet. Poi più nulla: sono dovuta andare ad Inverness per vedere il suo Lago. Comunque meglio tardi che mai:  Da vedere. Ora attendo Anima Animus a gennaio.













THE LABYRINTH OF SOLITUDE di Patrick De Bana

Se ci fosse stato un applausometro tra il pubblico, credo che questa serata l'avrebbe vinta Mattia Semperboni interprete di questo lungo assolo su un canone di Vitali creato da De Bana per Ivan Vasiliev.  Con riferimenti netti a posizioni dei balletti di Nijinsky (Spettro Petrouchka e Apres midi d'un faune), il protagonista balla in mezzo a spot di luce verticali come in un labirinto a rappresentare la propria solitudine. È forte la presenza di Semperboni molto espressivo nel gesto e nei movimenti coreografici, solo ancora forse un po' acerbo nell'espressione facciale ma è giovane e maturerà. In ogni caso ha dimostrato un bel salto in avanti sul fronte interpretativo e che non sa solo girare e saltare splendidamente come in Ali. (anche se qui ha fatto dei giri finiti in coupé sul fondo del palco con grandissima non chalance e un manège di coupé jeté entusiasmante). 















.... continua nella seconda parte  

https://aroomfordancing.blogspot.com/2021/07/serata-contemporanea-teatro-alla-scala_7.html