venerdì 2 ottobre 2020

Gala di Balletto - Teatro alla Scala



Anche il Ballo alla Scala riparte, nella speranza che questa sia una ripartenza vera,  pur tra gli ultimi in Europa. Ma si riparte ed questo è quello che conta.

Un Gala un po' strano, all'insegna del già visto, costruito sulle safe zones delle étoiles con inserti di performance dei primi ballerini di casa: sono certa che tutto questo sia dovuto ai tempi di preparazione brevissimi imposti da questa situazione inclemente post lockdown e non sia per mancanza di estro.

Ma l'emozione di essere lì di nuovo a vedere ballare i nostri artisti è stata grande e più forte della rompina che alberga in me. 😁


Ottima performance di Martina Arduino, Marco Agostino e di un esplosivo Mattia Semperboni nel pas de trois del Corsaire. Tecnica limpida e sicura corredata da una gioia di ballare contagiosa lei, una bella elevazione Agostino e una fantastica prestazione di Mattia che vede in Ali il suo cavallo di battaglia. Qualche giro meno abbagliante del debutto, ma sempre ad un livello eccezionale (quando atterra in ginocchio alla fine della prima diagonale è un ghepardo

Segue un duetto di Bigonzetti che personalmente ho trovato antimusicale e ripetittivo. Bravissime le due coppie di ballerine: Albano Losa ( un po' sbilanciate nelle altezze) e Vassallo Di Clemente.






È il momento poi di Claudio Coviello a cui hanno dato l'arduissimo compito di ballare l'a solo del secondo atto della Bella di Nureyev. Tecnicamente difficilissimo già di suo, immaginiamoci dopo sei sette mesi di fermo. Ma soprattutto è un pezzo di 5 minuti su violino solo (meraviglioso Francesco De Angelis) che non è esattamente un pezzo da Gala perchè deve portare a creare un'atmosfera ed è legato ad un racconto: non è facile farlo in un Gala. 

Eppure Coviello ci è riuscito con una perfomance incredibilmente morbida, legata, struggente e malinconica (sia in prova che in scena) grazie anche al lavoro con Massimo Murru. Bravissimo, un artista unico che dovremmo valorizzare di più.











Mi sarebbe piaciuto vederlo magari in coppia con Vittoria Valerio o Virna Toppi (giusto perchè niente Toppi?), o magari (magari!) in uno dei pas deux della Dame con la Montanari, balletto che in fondo era nel programma originale della stagione. 

La coppia Manni e Andrjiashenko ha brillato nella suite di Carmen di Roland Petit. Avrei voluto vedere qualche raffinatezza e qualche nuance più sottile nell'interpretazione, forse un po' più di calibratura del fuego da parte di entrambi. Però hanno ballato bene: e Timofej bruno ha il suo perchè.










Niente Cigno di Zakharova nella mia serata, dovrò ricordarmela dall'ultimo Gala Expo (vedi foto). Evidentemente si è ritenuto che non ci fosse nessuno in Scala in grado di impararlo in un mese o che lasciare il pubblico dell'ultima sera con un'esibizione in meno non fosse uno sgarbo: potevano darmi almeno un prosecchino di cortesia all'intervallo 😂😂.


Alessandra Ferri ha portato il pas de deux di Le parc di Prejiocaj. Per la prima volta l'ho visto interpretato in una chiave seduttiva ma quasi sorridente. Il feeling con Bonelli l'ho percepito ma meno evidente che con Cornejo quando la vidi alla Versiliana. L'orchestra sul palco ha un po' penalizzato l'essenzialità della coreografia. Bonelli sempre elegante. 








E poi il Bolero con Bolle e tutta la potenza della musica di Ravel. Messa in scena molto affascinante con l'orchestra illuminata a spot in corrispondenza dell'entrata degli strumenti, bravi i ragazzi intorno al tavolo (Fagetti Garon Corrado e Del Freo, ma anche tutti gli altri) e grande successo di pubblico finale. 





















La Scala mezza vuota fa un po' tristezza ma è molto meglio di niente e già solo esserci è importante. Speriamo di riuscire a vedere Giselle. 

Un passo alla volta. In bocca al lupo a tutti.

































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