Da rimanere senza fiato per questa Giselle di Akram Khan, ballata ad Anversa dal Balletto delle Fiandre con Aki Saito e Win Vanlessen.
Non avendo mai avuto occasione di andare in UK a vedere ENB, mi sono decisa a vedere lo spettacolo ad Anversa. E l'effetto è stato ben oltre le mie aspettative.
In primis per questa versione, che ha una potenza drammatica incredibile e che mi ha decisamente fatto rileggere la storia di Giselle in chiave non solo moderna, ma esplosiva, terrena e con delle sottolineature caratteriali sia drammaturgiche che coreografiche inaspettate. Ad esempio, la ribellione di Giselle a Myrtha (un'eccellente Morgana Cappellari) in contrapposizione alla sottomissione all'autorità da parte di Albrecht nel primo atto, è potentissima. C'è anche nella versione classica ma è molto più delicata. Giselle prega e resiste, qui si oppone nettamente.
Andando con ordine: ho avuto un primo momento di perplessità all'inizio del primo atto (come dicevo ad una mia amica andrebbe rivisto per coglierne i particolari), perchè a mia sensazione il setting parte già tutto piuttosto cupo: la scenografia è un muro di cemento grigio, credo a rappresentare la divisione fra popolo e nobiltà nel primo atto e fra vita e morte nel secondo, e quindi la divisione inesorabile fra Giselle ed Albrecht.
Ho fatto un po' fatica a cogliere attraverso la campionatura ripetitiva della musica originale la delicatezza dell'incontro e dell'innamoramento, e sulla coreografia mi sono un po' persa. Ma dall'arrivo dei nobili con il ritmato e dinamico ballo di Hilarion (Mikio Kato, un gatto) e degli immigrati (qui non sono contadini), sono stata coinvolta completamente. Drammatica la reinterpretazione della scena della follia; niente mamma per Giselle, solo Hilarion.
Nel secondo atto, le Willi non sono creature eteree, sono dei fantasmi, quasi degli zombie, i cui inquietantissimi pas de bourrè (più ancora dei bastoni che brandiscono) avanzano inesorabili verso le vittime. Sembrano la bambina di The Ring, con i capelli lunghi sul volto, fanno veramente paura quando escono dal buio sul fondo con le luci di taglio (di Mark Henderson bellissime) a creare un'atmosfera rarefatta e cupissima. Ci si sente sotto terra. Brividi.
Poi il passo a due finale si apre sulla musica originale leggermente distorta ed è meraviglioso, da lacrime, mi sono commossa veramente. E' un contrasto incredibile con la scena precedente come se arrivasse una luce nel buio. Per poi spegnersi definitivamente in un finale senza speranza.
Geniale il pensiero di "campionare" sia la coreografia originale (ad esempio il pavese dei contadini del primo atto, l'incrocio in arabeqsue delle willi e la diagonale delle Willi che rifiutano la preghiera di Giselle), sia la musica originale (Vincenzo Lamagna da Adam) ossessiva in certi punti che ripete sequenze di poche note perfettamente riconoscibili ma con una piega inquietante, a sottolineare il dramma. I temi di Giselle riemergono come fantasmi in una nebbia musicale. Bellissimo.
E poi gli interpreti. Aki Saito alla sua ultima rappresentazione, un addio alla scene memorabile, bravissima ed espressiva, una Giselle delicata forte e straziante.
Wim Vanlessen poetico, potente, tragico mi è piaciuto molto (nota, questo ruolo dovrebbe farlo anche Murru, sarebbe perfetto). L'ultimo passo a due di Giselle e Albrecht è stato anche il loro, e si è percepito, è arrivato in platea, erano da lacrime. Stupendi.
Per finire un'ottima compagnia all'altezza di una coreografia audace e travolgente che rende protagonista anche il corpo di ballo.
Spero proprio che prima o poi questa Giselle arrivi anche in Italia, (agli Arcimboldi sarebbe perfetta), perchè merita di essere vista da un pubblico più ampio.