Tre meravigliosi coreografi con tre dei loro titoli più grandi e popolari.
Balanchine la purezza di un cristallo e la joie de vivre di Symphony in C, Kylian e la seduzione oscura e modernamente settecentesca della sua Petite Mort, Béjart con l'icona senza tempo del climax orgiastico sul tavolo rosso.
E sopra tutto la bellezza di un gesto di tutti gli artisti del Corpo di Ballo, dell'Orchestra e delle Maestranze del Teatro alla Scala per il Teatro La Fenice di Venezia provato dall'aqua granda di novembre ma sempre vivo e presente con il suo Don Carlo.
Un motivo immancabile per rivedere una serata nata da altri due trittici di poche stagioni fa.
Solo poche osservazioni: il coaching di Patricia Neary ha ripulito Symphony in C che ha ritrovato più dell'ultima volta linee, geometrie e giusto registro interpretativo (meno liberamente entusiasta e più controllato).
Ho una predilezione particolare per il terzo movimento (splendidi Vassallo e Coviello) così vitale , ma ho amato molto anche il passo a due del secondo movimento (senza nose dive di una bellissima Manni, molto austera), la luce di Arduino nel primo movimento e l'ensemble del quarto con Losa e Semperboni .
Poi Petite Mort sempre mozzafiato, per me soprattutto all'inizio dell'adagio del K467 con le sagome delle crinoline che scivolano sul palco.
Dopo qualche imprecisione dei maschi in apertura, brave le sei coppie, sopra tutti Albano e Sutera ma anche gli altri sono stati più che all'altezza, anche se in alcuni punti più atletici che squisitamente musicali: Montefiore e Saglibene, Di Clemente e Lochmann, Giovenzana e Starace, Schembri e Messina, Lunardi e Garon).
E poi Bolero: Martina Arduino sul tavolo l'avevo vista l'anno scorso ed era già notevole per la sua età. E' maturata, lavora bene per dare un senso al gesto e lo lega bene, é un po' più cattiva, complice anche la coda alta senza riga in mezzo. Arriva alla fine con una carica che la affatica ma che rende molto bene sul crescendo. Brava 😀.
Mi è spiaciuto non aver visto Starace per notare anche la sua evoluzione ,che mi hanno riferito essere stata notevole. E così bello vedere i nostri ballerini crescere artisticamente.
Sotto al tavolo uno splendido Fagetti che mi piacerebbe molto vedere lì sopra.
Il discorso iniziale di Pereira che ha ringraziato il Corpo di Ballo in primis era doveroso, e il ringraziamento di Ortrombina sovrintendente della Fenice alla Scala è stato pieno di emozione e di grandissima dignità:la Fenice è il più bel teatro del mondo ma La Scala è il più grande 💖💖
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