giovedì 7 novembre 2019

Onegin - Marianela Nuñez, Roberto Bolle, Claudio Coviello, Agnese Di Clemente - Teatro alla Scala




Con mia somma gioia è tornata alla Scala la meravigliosa coreografia di Cranko, Onegin. Dopo tre anni, di nuovo Bolle e Nuñez, Coviello Lenskij con Agnese di Clemente Olga. 



Purtroppo ho visto il secondo cast Manni e Agostino solo in prova, e la Manni prometteva molto bene. Ricordo la sua Tatjana e già mi era piaciuta, mi hanno che detto che stavolta si è superata. 




E dopo tre anni, noto sempre di più come Onegin proprio per la sua natura narrativa, abbia comunque sempre bisogno di linfa vitale interpretativa nelle sfumature e nella naturalezza del gesto per rimanere vero, vivo e originale, altrimenti si scade nel cliché, e i personaggi diventano delle maschere di routine.




E tutta questa veridicità e spontaneità l'ho ritrovata in primis nello struggente e poetico Lenskij di Coviello, affiancato dalla brillante Olga di Agnese di Clemente. Coviello ha raggiunto una certa maturità artistica che lo aiuta a centrare sempre i più i ruoli che approccia e così è stato per questo Lenskij, credo il migliore che ho visto dal vivo. 








Grande spontaneità e naturalezza era nell'assolo del secondo atto di "protesta" verso Onegin da parte  di Marianela Nuñez, e nel suo passo a due con Gremin, un principesco Gabriele Corrado, in cui ad una tecnica adamantina Nuñez ha affiancato un'interpretazione tenera e credibile dell'amore coniugale. Molto convincente anche nell'nterpretazione del passo a due del terzo atto con Bolle.
Ho visto Nuñez in Onegin con Tsoares nel 2015 a Londra, e devo dire che nel ruolo di Tatiana ha acquistato una sicurezza e una profondità notevoli. E' sempre un'emozione vederla in scena.








 

Benissimo il corpo di ballo che è sempre più brillante anche se credo che andrebbe seguito di più nelle caratterizzazioni che talvolta rischiano di essere un po' false, tipo le scenette delle coppie del secondo atto. Ma la danza russa è deliziosa sia per i maschi che per le femmine, così come la polacca del terzo atto.



Mi è mancata tantissimo la Tatjana di Emanuela Montanari. 
Follia non darci la possibilità di rivedere la migliore interprete che abbiamo in Scala.

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