Dopo averla vista se non sbaglio nel '76 in Arena a Verona con Jorge Donn e il XXe siécle, mi è sempre rimasto il desiderio di riuscire a rivedere la Nona Sinfonia di Beethoven Béjart.Certo i tempi sono cambiati: Béjart non c'è più e la compagnia di Losanna guidata da Gil Roman è un valido ricordo di quella mitica compagnia, ma l'opera certamente non ha perso la potenza e lo smalto grazie alla musica assoluta e alla sua coreografia "popolare" selvaggia e ipnotica. Arrivare a Losanna e prendere il metro alla fermata Riponne - Maurice Béjart ti dà già la dimensione di quanto questo gigante della danza mondiale qui sia sempre tenuto in considerazione ed ossequiato.
E l'atmosfera che il pubblico e la città hanno creato intorno a questa ripresa che ha visto riuniti per l'occasione due corpi di ballo (Losanna e Tokio) è stata quella di un grande evento. Più di 180 persone in scena inclusi coro e orchestra, posizionati dietro al palcoscenico come volle Béjart, a fare da quinta e sfondo alla Danza in modo da lasciare il palco al centro vicinissimo alla platea, un contatto diretto tra pubblico e danzatori: una meraviglia.
Frammenti della IX Sinfonia con intervista a Béjart e un giovane Bortoluzzi (1969)
Uno spettacolo monumentale a celebrare l'Uomo l'Amore la Fratellanza fra le persone, il passaggio dal buio alla luce e la caduta delle barriere fra gli uomini: mai come oggi ce ne sarebbe così tanto bisogno. E dopo l'inno alla gioia, si esce dallo stadio del ghiaccio, tramutato in teatro, felici e ipnotizzati dal fascino di un'opera senza tempo.
Grazie, Monsieur Béjart.
Oscar Chaconne |
Gil Roman |