giovedì 7 marzo 2019

Paul Taylor Dance Company - Celebration Tour - Teatro Grande Brescia




Conoscevo molto poco Paul Taylor, così come in effetti conosco molto poco dei Grandi della Modern Dance americana. Come spesso succede, in occasione della scomparsa dei grandi artisti, ho visto un po' di video e di Paul Taylor mi ha affascinato moltissimo l'uso della musica.
Così non si poteva mancare a questo appuntamento del Celebration Tour, dove la compagnia ha portato tre classici, Esplanade del '73, Aureole del '62 e Promethean Fire coreografato nel 2002 dopo le Torri Gemelle.

Esplanade - Paul Taylor Dance Company

Aureole - Paul Taylor Dance Company

Promethean Fire - Paul Taylor Dance Company

Quella di Paul Taylor è una danza semplice nel senso più puro del termine, piena di corse sfrenate e di passi solo apparentemente facili, ma soprattutto è totalmente in simbiosi con la musica. Gli accenti dei movimenti che coincidono perfettamente al ritmo e alla melodia di Bach in Esplanade sono davvero entusiasmanti e, particolarmente nei movimenti vivaci, le sequenze dei passi aderiscono alla melodia attraverso la sfasatura dei conteggi dei singoli danzatori che diventano come note su un pentagramma.



Ho amato molto Esplanade dove l'ultimo movimento è quello del concerto per due violini di Bach: incredibile come la visione e la creatività di Taylor siano riuscite a fare qualcosa di totalmente diverso (eppure analogo nella sua aderenza alla musica) da Balanchine in Concerto Barocco, mantenendo una qualità di danza altissima. Per niente facile. Un modo di ballare molto libero, molto americano senza i nostri condizionamenti culturali che ci farebbero accostare a Bach e Haendel con molta più soggezione.














In Aureole Taylor coreografa Haendel con una non chalance incredibile, lasciando che il movimento fluisca in modo estremamente naturale, in una danza popolare e libera, ma allo stesso tempo raffinata ed elegante.









In ultimo sulla famosa Toccata e fuga di Bach, orchestrata da Stokowsky, Taylor affronta il dramma del crollo delle Torri, adattando il suo stile ad una lamentazione coreutica quasi da tragedia greca. Il tutto attraverso i movimenti potenti del corpo di ballo e la tragicità di un passo a due dove emerge forte l'interpretazione di Eran Brugge e di Michael Trusnovec.




Eran Brugge e di Michael Trusnovec






Due ultime osservazioni: il Teatro Grande è un gioiello meraviglioso, ed è un vero peccato che queste compagnie di altissimo livello internazionale non passino da Milano. 
Sogno di vedere al Lirico (quando mai lo riapriranno) un festival stabile dove invitare queste meraviglie.



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